isola d'elba
Le avventure improvvisate sono occasioni da cogliere al volo.

E questo, detto da una che solitamente organizza ogni viaggio nei minimi dettagli e con largo anticipo, acquisisce maggiore valore.

 

Da qualche mese non mi allontanavo dal luogo in cui vivo nemmeno per un day-trip – a gennaio avevo fatto richiesta per un intervento che non potevo più rimandare, poi l’attesa della chiamata, l’intervento a fine maggio, la convalescenza… Insomma, ho passato la prima metà dell’anno ad attendere, sospesa in un limbo dal quale non vedevo l’ora di uscire.

Terminata la convalescenza, però, la stasi nella quale avevo vissuto i sei mesi precedenti non se n’è andata tutta insieme come il sipario che si solleva sul palco della vita – come avevo sognato.

Quando finalmente mi sono riappropriata della mia libertà, all’inizio non ho saputo che farmene, era come se non ricordassi più come si vive. La gabbia dell’attesa mi aveva tenuta al caldo della comfort zone e, quando si rimane lì per troppo tempo, si rischia di dimenticare che fuori dall'”area protetta”, oltre il cancello della paura, c’è la vita, quella piena di significato; si finisce per vedere il cancello e, oltre quello, solo il buio.
Allora perché non rimanere al caldo della comfort zone? Perché rischiare la sicurezza per l’ignoto?

 

Dentro all'”area protetta” la vita scorre tranquilla, le cose non vanno troppo male, ti ci potresti anche abituare… poi, però, arriva il momento in cui ti accorgi che intorno a te c’è solo grigio e che quel grigio ha iniziato a insinuarsi anche dentro di te: ti stai lentamente spegnendo.

Ma tu hai sempre sognato una vita colorata, non ti puoi permettere di passarla nel grigiore con il rischio (e questo è uno di quelli belli grandi) di svegliarti un giorno pien* di rimpianti per non aver vissuto la vita che volevi perché ti sei lasciat* bloccare dalla paura.

 

 

Sostenuta da questi pensieri che si facevano largo a fatica tra i dubbi e le paure, ho accolto l’invito di un amico: in cinque minuti ho preparato lo zaino e siamo partiti per un giorno e mezzo all’Isola d’Elba.

Una toccata e fuga, ma una di quelle necessarie per riprendere in mano il timone dell’esistenza.

 

Dicono che quando si plana sulle correnti giuste la vita scorra e tutto si allinei senza sforzo.

Dovrò iniziare a crederci, perché così è stato – lungo la strada, mi sono ricordata che un cugino di mia madre al momento vive all’Elba, l’ho contattato e lui non solo ci ha ospitati ma ci ha anche dato consigli molto utili per godere al massimo delle poche ore sull’isola (oltre ad averci prestato il motorino, che ha reso l’esperienza ancora più piacevole).

 

Libertà, bellezza, magia, le parole di quest’avventura.

Ma lascio al potere delle immagini il racconto:

 

Anche se mi sto ancora allenando per ricordare come si vive (davvero) e per agire, nonostante i freni della paura, per vivere la vita piena che sogno, quest’avventura improvvisata mi ha ricordato il sapore della libertà, riportando a coscienza una delle cose che mi danno felicità.

 

Voglio andare a prendermi tutto quello che la vita generosa ha in serbo per me.
E tu?

 

 

Con il sorriso di chi si sta risvegliando alla vita
e con gratitudine,

Eleonora

 


P.S.: Michael, il cugino di mia madre, può aiutare anche te a vivere una fantastica avventura all’Isola d’Elba – puoi contattarlo QUI.