Era da un po’ che il wanderlust bug si faceva sentire, i piedi erano irrequieti e non vedevano l’ora di partire per una nuova avventura (l’ultimo viaggio che avevo fatto risaliva a maggio 2016 – tra Tenerife e La Gomera, alle Canarie).
Sarei partita da sola, come ho fatto quasi sempre nella mia vita – essere una solo-traveller, una viaggiatrice solitaria, ha un sacco di pro.
Poi, però, ho chiesto a uno dei miei fratelli, Ludovico, di venire con me e, dopo un po’ di brain storming, abbiamo scelto di partire per Londra.
Io c’ero già stata tre volte, lui mai. Forse anche per questo il viaggio è stato strano per me: in parte noioso, in parte stressante (Londra, rilassante, non lo è mai)… dopo tre giorni di permanenza sarei stata pronta per tornare a casa.
Abbiamo visitato i grandi classici londinesi, sempre meravigliosamente affascinanti.
Abbiamo scovato posti incantevoli in cui mangiare senza glutine (in questo senso, Londra è tutto un altro mondo, quasi ogni caffè ha almeno un brownie o una torta gluten-free e spesso anche dairy-free… mi sono sentita accolta e compresa).
Abbiamo girovagato, entusiasti (mio fratello soprattutto) di poter prendere treni e autobus a qualsiasi ora perché passano a distanza di pochi minuti l’uno dall’altro.
Ci siamo immersi nella magia di Harry Potter al Warner Bros. Studio Tour London.
Abbiamo fatto amicizia con gli scoiattoli a Hyde Park e a Greenwich.
Abbiamo incontrato amici vecchi e nuovi.
Tuttavia, come avrete intuito, viaggiare non è sempre quell’esperienza eccitante e gioiosa che molti descrivono.
A volte viaggiare è lasciare la routine per poter guardare alla propria vita da lontano e poter così capire meglio cosa sta accadendo – anche quando sembra che non ci sia nulla da capire e su cui riflettere.
Il viaggio a Londra si è rivelato essere proprio questo, la verità che mi colpisce in faccia – e fa male.
Questo viaggio mi ha permesso di comprendere molte cose su di me e sulla mia vita (che è in revisione/rivoluzione/trasformazione da qualche mese).
Ho avuto la possibilità di incontrare me stessa mentre camminavo per le strade di quella città che non dorme mai.
Sono stata abbastanza consapevole da accorgermi, anche in mezzo al caos, che l’Anima mi stava parlando, mi chiedeva di essere così coraggiosa da rimanere nell’apertura, ascoltare e agire.
Mi sono ritrovata a riflettere sul mio stile di vita, le relazioni, il lavoro, il sentirmi viva e felice, cosa mi fa bene e cosa no, e molte, moltissime altre cose.
Mentre ero a Londra c’è stata la Luna Piena più fertile dell’anno e anche lei ha portato messaggi, sulla necessità di lasciare andare e sul farlo il prima possibile (e, una volta tornata a casa, l’ho fatto, almeno in parte).
È arrivato il giorno del one-day trip fuori Londra. Destinazione: Salisbury e Stonehenge.
È stato mio fratello a proporlo e lo devo ringraziare per questo.
Visitare Stonehenge e la campagna del Wiltshire e camminare per i campi, circondata da bellezza ed energia positiva, mi hanno ricordato di quanto la Natura sia essenziale per la mia salute e il mio benessere.
E Stonehenge, beh, ha un’energia incredibile!
Mi vengono i brividi ogni volta che ci penso.
È stato un viaggio strano.
Un viaggio come non mi sarei aspettata.
Un viaggio di noia e forse, anche grazie a lei, un viaggio di rivelazione.
Un viaggio in cui l’Anima mi ha parlato in ogni momento, e in cui in ogni momento la Donna Selvaggia mi ha chiamata, prepotentemente, per tornare a lei.
Eleonora,
• The Earth and Soul Wanderer •